mercoledì 13 febbraio 2019

Uomo, ergo sum.....
E cedo posto se pur manca la vita,
a raccoglier di foglie da tempo in terra,
ognuna d'esse vissuta in pace o in guerra,
piegandomi e leggervi grida infinita.

Storie scritte su indelebili nervature,
ove anche il peccato vi cammino',
padrone assoluto di quell'attimo,
tribunale colmo di procedure.
Una, dieci, forse cento nel contare,
ciò che videro come proprie albe,
fugaci tramonti in brevi storie,
ancor più celeri a cantar le glorie.
Tralascio anche se parmi udire,
ancor quel grido d'aiuto al cielo,
quelle a cui venne strappato il velo,
pria che dican "devi andare e finire".
Volgo il mio passo su altre cento,
schiacciando la loro realtà nella via,
orgoglioso a scriver per loro poesia,
mentre altre grida e pianti non sento.
garziaedoardo@gmail.com

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