C'era una volta.....
Nei ricordi impolverati d'una vecchia soffitta,
giacevano dimenticati uno accanto all'altro ed in linea dritta;
un vecchio macinino da caffè, con la manovella mezza rotta,
con dentro un chicco intero di caffè incastrato nella porta.
Al suo fianco un'antico ferro da stiro, quello a carbonella,
ricordo d'una donna dai capelli argento, quando la vita era bella;
nascosta in fogli di carta di giornale, anch'essi vecchi come lei,
una macchina da scrivere, un foglio ingiallito, uno scritto: miei...
Nel loro tacer una confusione, ciascuno voleva esser importante,
"ma sapete quanto caffè ho macinato nella vita, non siete niente;
anche il mio rotear quei pochi chicchi, rendeva la vita felice,
intorno ad un tavolo, quel profumo che a voi non si addice!".
"Certo che quello fatto da te" l'interruppe il ferro da stiro,
"è importante e vero, ma com'erano eleganti ben curati e in tiro;
i vestiti delle gentil donne e dei loro uomini, uno spettacolo,
sia il macinino che il ferro da stiro si guardavano come un ostacolo.
"Ma perchè non dici nulla? sai solo piangere, hai perso il liquido",
disse il macinino alla macchina da scrivere, percorsa da un brivido;
"dai, dicci qualcosa di quello che scrisse il tuo padrone,
sono sicuro c'hai narrato cose piccanti, storie senza paragone".
"Nel corso di molti anni" iniziò a parlare la macchina da scrivere,
"l'autore dei racconti, scrisse cose piccanti e cose da ridere;
tutti erano interessati alle sue storie, era veramente molto bravo,
le sue storie sugli oceani, i mostri; anch'io mi meravigliavo".
"Aveva un cruccio il mio padrone, con i figli aveva litigato,
via da casa andarono, uno in Europa e l'altro a fare il soldato;
crudele fu il tempo, l'orgoglio, la presunzione d'aver ragione,
tempo si faceva beffe di tutti questi, donando vita come illusione".
"Fu quando in ognun di loro, s'accorse di vita la mancanza d'onore,
che il mio padrone aprì gli occhi già socchiusi.....ed il suo cuore;
il metter foglio nel cilindro di me, ed iniziar a narrar ai suoi figli,
scrivere Miei..ed il suo cuore cessar vita e riposar su campi di gigli".
"Non bastò dolore d'aver per orgoglio, tanto tempo ed affetto perso,
non mancò a chi restava da dividere ciò che ora si mostrava terso;
venni presa con il foglio ancora in me, posta con delicatezza in soffitta,
d'allora completamente dimenticata, oggetto di decisione non dritta!".